In particolare a partire dal 1998 ho tenuto masterclass e corsi di perfezionamento presso le seguenti istituzioni:
1998, 1999,
2000, 2001, 2002, 2003
San
Feliu de Guixols (Catalunya, España) - Curs Internacional
de Musica Antiga (dir. Jordi Savall)
2002, 2003, 2004, 2005
Pamparato (Cuneo, Italia) - Istituto di
Musica Antica "Stanislao Cordero di Pamparato" (dir.
Mauro Uberti / Lorenzo Girodo)
2004, 2005, 2006
Barbaste
(Lot et Garonne, France) - Stage de Musique Baroque (dir.
Philippe Humeau)
2008, 2009, 2010, 2011
Urbino, Corso Internazionale di Musica Antica
(dir. Andrea Damiani)
Dal Gennaio 2014 sono Professore di Clavicembalo, Basso
continuo e Tastiere storiche (clavicordo, fortepiano e
organo positivo) presso la
Escola Superior de Musica de Catalunya
(ESMuC), Barcelona
Dalla pratica
personale e dall'esperienza in sede di studio ed
esecuzione, oltre che naturalmente dallo scambio con gli
allievi, è nato il seguente piccolo contributo alla tecnica
della tastiera.
Come tutte le opere teoriche non può essere preso
tout
court per "oro
colato" ma DEVE essere bensì verificato ogni giorno nella
pratica e vivificato dalla viva voce dell'insegnante nel
rapporto a doppio scambio maestro - allievo.
Per il momento il presente contributo è disponibile
solamente in lingua italiana. Nel prossimo futuro
provvederò anche a versioni in altre lingue.
Chi volesse nel frattempo cimentarsi con traduzioni a
titolo divulgativo è ovviamente il benvenuto. Sarò lieto di
pubblicarle in questa sede dopo averle eventualmente
rivedute e corrette.
Buona lettura e buon studio!
La tecnica fondamentale al “clavier” dal 1400 al 1750
(organo,
clavicembalo, spinetta, virginale, clavicordo, fortepiano)
Decalogo
pratico
I.
Sedendosi quasi "in punta" allo sgabello, si abbia cura di
non essere seduti troppo comodamente.
Tuttavia i piedi, naturalmente distanziati e quasi
paralleli, andranno saldamente appoggiati al pavimento
Meglio tendere a essere un poco inclinati verso lo
strumento (poco!) piuttosto che avere la tendenza ad
allontanarsi.
La giusta altezza per l'esecutore è quella in cui
l'avambraccio, parallelo ai tasti, forma un angolo retto
con il braccio e la base inferiore del polso si trova allo
stesso livello dei tasti diatonici.
I gomiti leggermente scostati dal corpo, ovvero NON
saldamente "schiacciati" contro i fianchi.
II.
Le spalle siano sempre rilassate e più in basso possibile
(anche durante lo sforzo tecnico o espressivo più arduo).
III.
La mano, appoggiata quasi senza peso sulla tastiera, con le
dita sempre RIGOROSAMENTE "a martello" (compreso il
mignolo!!!), sia come "appesa" alle spalle, da cui partirà
il movimento per avvicinare ora i pollici, ora i mignoli,
al fondo della tastiera (ovvero le posizioni "estreme"
della mano).
[Le dita "a martello" significa: prima falange parallela al
tasto, seconda falange inclinata 60° (più o meno!!!) verso
il basso e terza falange perpendicolare al tasto]
IV.
Le nocche siano più basse possibili (evitare l'impostazione
della cosiddetta "mano armata" che sul clavicembalo provoca
oggettivamente un suono meno gradevole).
Un'unica linea, dolcemente curva e comunque senza
interruzioni o angoli, va dal gomito fino alla prima
falange.
V.
Il movimento del dito, per suonare, non è MAI dall'alto
verso il basso, ma SEMPRE dal proprio corpo VERSO l'interno
dello strumento (a 45° verso il basso)
VI.
Ogni dito sia sempre (ciascuno a suo tempo) perpendicolare
al frontalino della tastiera, così come, grazie alla sua
posizione a martello, sarà perpendicolare al tasto.
VII.
Il movimento del gomito (ovvero il suo distaccarsi più o
meno dal corpo) segue naturalmente l'assestamento delle
dita (di cui sopra) in ogni posizione richiesta.
Come dice Girolamo Diruta nel suo dialogo "Il Transilvano":
"...il braccio guida la mano..." (e non viceversa).
VIII.
La forza che si applica alla tastiera dopo aver
pizzicato/percosso la corda (ERGO: dopo aver aperto il
ventilabro) deve essere appena sufficiente per mantenere il
tasto giù quanto si desidera.
IX.
Andando verso gli estremi della tastiera, acuto e grave
(benché in maniera diversa) si abbia cura di mantenere un
tocco delicato [QUANTZ].
(Nei bassi, a causa della più lenta produzione del suono,
si cercherà, nella dolcezza, l'anticipo. Negli acuti si
eviterà la "percussione" del tasto, "accarezzando" invece
il suono).
X.
Tutte le norme di questo "decalogo" siano sempre applicate
con Spirito pratico piuttosto che con rigida ASTRATTEZZA, e
sempre lievemente modificandole a seconda della persona,
della forma e dimensione della mano, dello strumento che si
suona, della musica che si suona, etc. etc. etc.